Ginkgo biloba e acufene
Noto è l’impiego dell’estratto di Ginkgo biloba (perlopiù standardizzato come EGb 761®) nel trattamento dei sintomi associati ad acufene.
Con questo articolo è intenzione approfondire quali potrebbero essere i meccanismi molecolari che possono sostenere questo principio vegetale come fonte di controllo dei sintomi legati ad acufene.
Sebbene gli studi clinici abbiano fornito risultati contrastanti sull’efficacia sintomatica, numerose ricerche precliniche e sperimentali hanno chiarito alcuni meccanismi molecolari che potrebbero spiegare un effetto protettivo e modulante sulle vie uditive.
Miglioramento della microcircolazione cocleare
Il Ginkgo biloba sembra agire sul microcircolo dell’orecchio interno: aumenta la deformabilità eritrocitaria e riduce la viscosità del sangue, migliorando così la perfusione cocleare.
Studi in modelli animali (ad es. nel gatto) hanno dimostrato che EGb 761® può migliorare il flusso sanguigno cocleare e quindi l’apporto di ossigeno e nutrienti alle cellule sensoriali uditive [Shi et al., Planta Medica, 2010; PMC3157487].
Azione antiossidante e protezione mitocondriale
Lo stress ossidativo è un fattore implicato nella degenerazione delle cellule ciliate (in quanto segnale trigger di apoptosi, i.e. morte cellulare) e nelle sinapsi dell’orecchio interno.
I flavonoidi e terpenoidi del Ginkgo (quercetina, ginkgolidi, bilobalide) esercitano attività antiossidante e proteggono i mitocondri dal danno ossidativo, migliorandone il metabolismo energetico.
Questo potrebbe ridurre il danno cellulare dovuto a ischemia o a rumore intenso [Ahlemeyer & Krieglstein, CNS Drugs, 2003; PMC3157487].
Effetti neuroprotettivi e prevenzione della sinaptopatia
Modelli animali di trauma acustico (gerbilli) hanno mostrato che EGb 761® somministrato preventivamente:
– riduce la perdita delle sinapsi nelle cellule ciliate interne
– modula l’attività neuronale nella corteccia uditiva primaria
Questi effetti suggeriscono che l’estratto non agisca solo a livello periferico (coclea), ma anche sulla neuroplasticità centrale del sistema uditivo [Krauss et al., Nutrients, 2022; PMC4083883].
Azione antinfiammatoria
I ginkgolidi, in particolare il ginkgolide B, sono antagonisti naturali del platelet-activating factor (PAF), molecola coinvolta nei processi infiammatori e di aggregazione piastrinica.
Questo effetto, insieme alla riduzione di citochine pro-infiammatorie (TNF-α, IL-6, IL-1β) e metalloproteasi (MMP-9), conferisce al Ginkgo proprietà antinfiammatorie e vasoprotettive che potrebbero avere un ruolo nel proteggere le strutture uditive [Zhou et al., Oxidative Medicine and Cellular Longevity, 2022; PMC9884989].
Modulazione genica
Analisi trascrittomiche hanno evidenziato che EGb 761® modula l’espressione di numerosi geni legati a:
– enzimi antiossidanti
– proteine mitocondriali
– fattori di trascrizione
– riparazione del DNA
– neurogenesi e sinaptogenesi
Questa regolazione genica potrebbe contribuire alla resilienza neuronale e all’adattamento del sistema uditivo agli stimoli cronici che alimentano l’acufene [Ahlemeyer & Krieglstein, CNS Drugs, 2003; PMC11146048].
Conclusioni
Il Ginkgo biloba, in forma di estratto, grazie alla ricchezza in flavonoidi e terpenoidi, mostra una pluralità di azioni molecolari: miglioramento della microcircolazione cocleare, azione antiossidante, protezione mitocondriale, modulazione dell’attività neuronale centrale e riduzione dei processi infiammatori.
Questi meccanismi rendono plausibile un ruolo protettivo contro i danni cocleari e centrali che possono contribuire al controllo dei sintomi dell’acufene con protocolli terapici adeguati.
Per questo, l’uso del Ginkgo biloba nell’acufene va considerato con cautela e sempre sotto consiglio medico, come opzione complementare delle terapie con evidenza clinica (CBT, gestione audiologica, counselling).
Bibliografia
Oliveira, D. R., Sanada, P. F., Saragossa Filho, A. C., Innocenti, L. R., Oler, G., Cerutti, J. M., & Cerutti, S. M. (2009). Neuromodulatory property of standardized extract Ginkgo biloba L. (EGb 761) on memory: behavioral and molecular evidence. Brain research, 1269, 68–89. https://doi.org/10.1016/j.brainres.2008.11.105
Dr Davide Gnocco – Biotecnologo