Accoglienza e contatto nella pratica del massaggio in Psicoterapia Corporea

Buon giorno dottore. Inizierei con una domanda: che cosa si intende con Accoglienza e Contatto prima o durante il Massaggio?

L’Accoglienza ed il Contatto che sono “dovuti”, sono necessari, in tutti i Rapporti di Cura che intercorrono tra un Terapeuta ed un Paziente, e valgono anche per tutte le pratiche di Massaggio e di Manipolazione.

Sotto intendono un rispetto per l’Altro, una limpida modalità di entrare nel Contatto, nel rapporto di Cura, una volontà di creare le Basi per il Benessere della Persona che si affida a noi.

Ma allora, come ci si rivolge al nostro paziente?

Non si tratta mai di dire “tu sdraiati!” e iniziare una Tecnica. In questa modalità sarebbe trattare la persona come un oggetto da plasmare, modificare, assemblare secondo un modello che non consideriamo “terapeutico all’interno di un Trattamento Integrato”.

Questo vale per la fase iniziale ma anche per le altre fasi del massaggio.

Ma a Lei è mai capitato di iniziare un trattamento velocemente?

Può anche capitare qualche rara volta di far stendere la persona, senza quasi parlare, con un piccolo cenno gentile, quando ci si conosce bene, ed iniziare in silenzio il trattamento. Ma…, non è questa la regola di base.

Il Massaggio è solo una terapia meccanica sul corpo o qualcosa di più?

Il trattamento non è mai un “un intervento meccanico: la persona riconosce che si trova all’interno di una relazione di Cura, indipendentemente dal tipo di terapeuta si trovi di fronte.

Riconosce alla persona che pratica il massaggio la capacità di portarle un qualche tipo di Benessere.

Se la persona non è in questa condizione, magari in una condizione di dubbio sul trattamento oppure evidenzia una intolleranza allo stesso, questo và evitato. Non si inizia una pratica di massaggio se non con il consenso totale della persona, diretto o indiretto.

Mi può chiarire questa sua ultima affermazione?

Certamente. Il consenso apparente al trattamento è quello che ci dà il paziente nel venire in studio, chiedendo qualcosa che porti Benessere, Guarigione, Cura delle problematiche accusate.

C’è poi, talvolta, una espressione, non verbalizzata dalla persona, che indica una sua difficoltà ad accettare un intervento di tipo “corporeo” attraverso per esempio segnali che indicano ansia, incapacità di lasciarsi andare, rigidità muscolare, respiro bloccato, sudorazione fredda e altri ancora.

In questo caso, il professionista deve fermarsi, comprendere l’attuale stato della persona che rifiuta con mezzi non verbali di essere toccata, massaggiata, anche se non lo dice chiaramente.

Fermarsi non significa abbandonare la persona bensì “cambiare registro”: un professionista serio lo sa fare! Può proporre una attività altra, magari attiva, senza chiedere troppe spiegazioni a chi è già in uno stato di difficoltà, senza giudicare né voler spiegare a tutti i costi quello che dell’altra persona non può sapere, forse solo talvolta intuire.

Anche una intuizione non deve essere espressa: non dobbiamo far vedere quanto siamo bravi a “guardar dentro la pancia degli altri”: rimettiamo in tasca il nostro Ego, almeno in terapia.

Mi sembra si tratti di un intervento molto delicato, diverso da tutti gli altri. Mi sbaglio o no?

Si, certo. Mi spiego: noi ci differenziamo da altre categorie di Terapeuti che, secondo la loro professionalità, aggiustano diversi “pezzettini” della persona con un intervento preciso, adottando Tecniche puntuali, “quasi chirurgiche” per la loro precisione, ottenendo un risultato che sta in un progetto riabilitativo ben definito.

L’esempio può essere quello delle Tecniche usate per riabilitare una spalla operata in cui deve essere assicurato il recupero globale del movimento.

Noi invece, trattandosi di una azione sull’insieme della persona, entriamo nel movimento di quel distretto corporeo o di un altro, all’interno della globalità dell’individuo: ciò sotto-intende il concetto di una ricerca di Benessere generale della persona.

Vogliamo fare un esempio pratico?

Alcuni pazienti non “sentono” che una loro gamba “butta” tutta da una parte; qui il fisioterapista aggiusta con successo la postura con un intervento che dura per un determinato tempo, seguito però talvolta, nel tempo, dal ritorno alla alterazione primitiva. Pertanto, vi è la necessità di ripetere quel trattamento entrando in una sorta di dipendenza.

Questa figura professionale non entra nel “sentire” della persona: non è il suo compito. Va bene così. Questo può diventare il compito nostro, quello di riportare la persona nelle “Sensazioni” andate perdute.

Che ci fanno gli Psicoterapeuti corporei con il Corpo?

Il Terapeuta, più che prendersi il Corpo, è meglio dire che… deve prendersi tutta la persona. Prende il Corpo e prende la psiche che è collegata a tutto.

La terapia corporea entra in Contatto “subito” con tutta la persona e quindi il terapeuta chiede:

Come stai? Che cosa senti? Che cosa ti manca?

Mi fa un esempio?

“Io mi guardo tutta la persona… e vedo cose precise:

l’espressione del viso, se è congruente o no con quello che dice. Se un po’ me la racconta… se c’è tristezza, se un sorriso è forzato in una “smorfia” sempre uguale a sé stessa.

Osservo anche la pelle di quel viso: è sana o soffre di una cattiva alimentazione o della deprivazione di sonno?

la postura: com’è? è simmetrica o meno a paziente disteso: come si presenta in piedi, quando cammina? Come si siede? Come tiene le gambe? Quali parti del corpo non stanno mai ferme?

il respiro: ci dice moltissimo e non ci soffermiamo qui perché sarebbe troppo lunga la trattazione. Diciamo solo che è fondamentale valutarlo perché poi sia spesso la base di qualsiasi trattamento.

il tono muscolare: la persona è tutta contratta, chiusa, oppure dà l’impressione di un buon rilassamento muscolare.

Qual è il passo successivo a questo tipo di esame clinico?

Ascolto la storia del paziente e poi vado a Sentire chi è la persona nella mia rappresentazione. Cioè, che posto và ad occupare quella particolare persona dentro di me?

Nel frattempo tengo più forme di Contatto:

VISIVO: il mio sguardo è aperto verso la persona in una accoglienza ampliata, sapendo che la persona mi guarda.

Incrociamo i nostri occhi per integrare un contatto profondo.

UDITIVO: la persona mi ascolta. Entrambi stiamo in ascolto.

TATTILE, CON LE NOSTRE MANI: ad un certo punto io sento che è il momento, ora si che posso usare il Tocco per esplorare, per sentire meglio, per far sentire, arrivando anche al Massaggio.

Dottore, dobbiamo concludere: una frase di speranza?

Il Massaggio, questa tipologia di massaggio non è una “tecnica fredda”, poiché a freddo potrebbe essere vissuta senza alcun piacere: noi andiamo a portare Benessere e Piacere alla persona.

In seguito potremo portare anche ad un ulteriore Cambiamento sui vari altri Funzionamenti.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

×