La Vertigine nel Bambino

IL PROBLEMA DELLA DIAGNOSI

La sindrome vertiginosa nel Bambino ha una frequenza stimata attorno al 10% della popolazione infantile.

Si tratta di una condizione spesso sottovalutata al suo esordio un po’ per una generale mancata conoscenza del problema, in parte perché vi è associata la paura dei familiari nei confronti di un sintomo inaspettato, impalpabile, improvviso, in parte «invisibile».

La Vertigine in età pediatrica divieni infatti situazione estremamente preoccupante, ansiogena per l’intero nucleo familiare.

Rappresenta per il pediatra un problema di difficile comprensione essendo le cause della Vertigine nel Bambino numerose, e tra queste alcune estremamente impegnative nel riconoscimento e nella terapia.

La convinzione di molti medici che le Vertigini siano rare nei bambini può dipendere:

– in parte da una un deficit formativo sull’argomento,

– molto dalla difficoltà ad esprimere il sintomo da parte del bambino, a volte a causa della durata breve del disturbo.

– dalla sottovalutazione da parte dei genitori del disturbo lamentato (con relativo ritardo nella richiesta di aiuto) che per conseguenza comporta che solo una piccolissima quota di bambini giunge ad una osservazione immediata, precisa, specialistica.

C’è un problema per fare una corretta diagnosi: trattandosi di un Bambino, non può esserci da parte sua una precisa descrizione del “capogiro”, della sua durata e l’eventuale associazione con altri disturbi.

Qui aiuta una preziosa intuizione da parte dei familiari e del pediatra.

Il Bambino può raccontare di aver accusato qualcosa che può essere interpretato come un “giramento di testa” dai genitori o dal medico  ma mancano le altre caratteristiche che permettono di distinguere una forma vertiginosa da un’altra.

Una attenta raccolta dei “sintomi e segni” portati dal Bambino e osservati in famiglia e la severa valutazione clinica e audio-vestibolare possono portare a individuare la problematica di base e alla sua risoluzione.

Ribadiamo come l’approccio al bambino con Vertigini deve essere ovviamente del tutto differente rispetto all’approccio che si ha nell’adulto e richiede una rara e particolare esperienza e una professionalità allargata. Ciò vuol dire che a volte necessitano più figure sanitarie per la valutazione del problema con un investimento sia di tempo sia di risorse economiche.

FISIOLOGIA DEL SISTEMA DELL’EQUILIBRIO: CENNI

Il sistema dell’equilibrio è un sistema nel quale si intrecciano Funzionamenti diversi, complessi ed integrati ai quali contribuiscono molte strutture con differente grado di importanza

Le Componenti strutturali coinvolte nel controllo dell’equilibrio sono molte: I Labirinti, I Recettori uditivi, I Recettori visivi, Gli Esterocettori di tatto e pressione (in particolare a livello della pianta del piede), I Propriocettori di capsule articolari, tendini, muscoli, Gli Esterocettori dei visceri, I Barocettori renali, Il Sistema reticolare attivatore (SRA), Il Tronco – Il Cervelletto – La Corteccia cerebrale.

Come dire: finiamola di considerare la Vertigine sempre e solo come una “malattia dei labirinti”!!!

SCHEMA DEL CONTROLLO DELL’EQUILIBRIO

Queste strutture anatomiche sono coinvolte nel Controllo dell’Equilibrio, ne sono la componente oggettiva!

Su di esse interverrà la diagnosi medica, clinica e strumentale, in passato limitata solo ad alcune partizioni del sistema (per es. labirinto, occhi).

E’ auspicabile, per la comprensione dei problemi di equilibrio, un severo sforzo di acquisizione di professionalità ampliate, in assenza di antichi pregiudizi.

Domanda: ci sono nella vita quotidiana cause naturali o indotte di variazione dell’equilibrio cui siamo regolarmente sottoposti?

LE CAUSE NATURALI DI PERTURBAZIONE DELLO STATO DI EQUILIBRIO

Sono quelle che ogni giorno, in assenza di particolari eventi traumatici, hanno effetti su tutti i nostri distretti corporei.

Vediamole: la Spinta, la Trazione, la Rotazione, i Suoni, la Luce, le Emozioni, Odori, Sapori, Sensazioni allertanti.

CAUSE ESTERNE DI PERTURBAZIONE DELLO STATO DI EQUILIBRIO

Hanno un effetto sull’insieme di tutti le parti del corpo sono:

Tutti i tipi di Giochi, le Giostre, le Attività sportive, i Terremoti, l’andare in barca o in aereo, uso di Farmaci, uso di Sostanze Tossiche, Traumi acuti (come una improvvisa comparsa di un evento non previsto e allarmante)

EFFETTI RIFLESSI IMMEDIATI DELL’EVENTO PERTURBATIVO: DISEQUILIBRIO

Dopo l’evento che crea “perturbazione” possiamo pensare vi siano delle Risposte Ascendenti, dirette “in alto”, verso il Sistema Nervoso Centrale.

Quindi, ci saranno pure Risposte Discendenti, che viaggiano “verso il basso”, lungo le catene muscolari, nei vari segmenti corporei, con un cambiamento globale del funzionamento degli stessi attraverso rotazioni, traslazioni, e altri tipi di compenso.

EFFETTI DI COMPENSO AL DISEQUILIBRIO INDOTTO

ATTEGGIAMENTI DI COMPENSO

La causa che crea il Disequilibrio, dal suo punto di applicazione, procede verso tutti i distretti corporei circostanti ed interessa tutto il corpo (direzione centrifuga) come… “un sasso lanciato nell’acqua”…

Nel caso di eventi particolarmente perduranti e di qualità significativamente intensa (stress cronico) l’evento lascia il Segno: una Memoria Corporea.

LA MEMORIA CORPOREA

Rappresenta una memoria presente a tutti i livelli (dal micro al macro) e come conseguenza porta alla riprogrammazione di tutto il sistema posturale e dell’equilibrio (leggibile nel respiro, nel tono muscolare, nella postura, nelle sensazioni cenestesiche perduranti).

Nelle varie situazioni, vengono diversamente modificate le vie efferenti del Sistema Nervoso e tale modifica è biochimica, anatomica, funzionale.

Le variazioni posturali indotte immediate, e a volte anche le alterazioni posturali conseguenti e durature nel tempo, vengono fissate a livello corticale.

Una volta fissate a livello corticale, le Memorie Biochimiche (acetilcolina, noradrenalina, adrenalina, apomorfina, Calcio, Potassio) divengono delle memorie anatomiche strutturali e si accompagnamento a memorie di funzionamento.

Per Conseguenza: la Funzione (o malfunzione) va a governare la Struttura.

L’insieme delle esperienze motorie memorizzate dall’individuo diventa un sistema di programmazione che attiva il sistema anticipatorio, responsabile dell’attivazione neuro-motoria diretta.

Quando il sistema non sarà più in grado di ammortizzare la spinta compensatoria, potrà insorgere una o più patologie.

Disturbi dell’equilibrio anche modesti ma cronici, possono generare col tempo prima dei disagi (sintomi) e poi malattie: Sovraccarichi con conseguente degenerazione articolare; Irrigidimenti e degenerazione di tessuti elastici; Neuropatie; Alterazioni fino a Blocchi respiratori; Disturbi digestivi; Deficit circolatori.

RUOLO DEL SISTEMA VESTIBOLARE NELL’ACQUISIZIONE DELL’EQUILIBRIO NEL BAMBINO

Il sistema vestibolare, inteso come apparato propriocettivo periferico, già nella vita intra-uterina controlla i primi movimenti del feto. In seguito ne regola la posizione del corpo nello spazio, segnalando l’orientamento e gli spostamenti dei vari segmenti corporei.

Si adatta allo sviluppo e alla crescita del corpo e del sistema nervoso in presenza di stimolazioni sempre diverse.

DIFFERENTI MODALITÀ DI DEFINIRE I DISTURBI DELL’EQUILIBRIO NEL BAMBINO

Vertigine / Sindrome vertiginosa oggettiva

Sindrome vertiginosa soggettiva

Dizziness / Disequilibrio / Pseudo-vertigine

Instabilita’/ Sbandamenti oggettivi in varie direzioni

Pre-sincope

LA SINDROME VERTIGINOSA ACUTA NEL BAMBINO

La vertigine vera nel bambino, come nell’adulto, consiste in una alterata sensazione di movimento, spesso rotatoria sul piano orizzontale o anche verticale e può essere legata a lesione centrale o periferica del sistema vestibolare.

Si accompagna spesso a sintomi neurovegetativi (nausea, vomito, sudorazione fredda, tachicardia, pallore cutaneo, etc.)

Può associarsi o meno a sintomi uditivi (acufeni, ipoacusia)

Forme più comuni di vertigine nel bambino in ambito otorinolaringoiatrico

Vertigine parossistica benigna dell’infanzia

Vertigine parossistica posizionale

Neurite vestibolare

Idrope

Traumi

Infezioni dell’orecchio

Forme più comuni di vertigine nel bambino in ambito neurologico

Vertigine parossistica benigna dell’infanzia

Neoformazioni cerebrali

Lesioni cerebro-vascolari

Malattie degenerative

Sclerosi a placche

Epilessia

Traumi

Cefalea

Disturbo visivo

DIAGNOSI AUDIO-VESTIBOLARE

Si avvale di un Esame clinico audiologico e vestibolare: consiste nella rilevazione della soglia uditiva, nella osservazione dei segni vestibolari spontanei o posizionali o da posizionamento.

Raccomandiamo di eseguire la visita sempre in presenza dei familiari, dopo aver tranquillizzato il bambino, mantenendo il dialogo con lui in modo da mantenerne alta l’attenzione pur in uno stato di Calma.

Esami strumentali: alcuni sono difficili da eseguire, molto disturbanti e invasivi per il bambino, in ogni caso spesso di difficile interpretazione.

Non ne parleremo in questa sede data la loro complessità.

Spesso noi li sconsigliamo preferendo indagini neuro-radiologiche, anche in sedazione, di minor impatto psicologico e di maggior affidamento diagnostico.

ANAMNESI

Si deve ricercare la Cronologia degli episodi vertiginosi, le eventuali Condizioni predisponenti; i Fattori scatenanti; Sintomi e segni associati.

VISITA: ESAME OBIETTIVO GENERALE E SPECIALISTICO, ESAME AUDIO-VESTIBOLARE, ESAME NEUROLOGICO

Otoscopia ed esame della funzione uditiva.

Audiometria obiettiva / Impedenzometria / Potenziali Evocati Uditivi.

Osservazione del comportamento posturale e motorio spontaneo in stazione eretta con occhi aperti e chiusi.

Ricerca di un eventuale nistagmo spontaneo o posizionale o scatenato da movimenti, con occhiali di Frenzel.

Ricerca del nistagmo da scuotimento del capo.

Esame dei nervi cranici.

Valutazione oftalmologica / ortottica.

Sintomi e segni neurologici in altri distretti.

Esaminiamo ora una tipologia frequente di Sindrome vertiginosa:

LA VERTIGINE PAROSSISTICA INFANTILE

CLINICA – ESORDIO

Riguarda circa il 2,5% della popolazione infantile. Non differenze di sesso.

Età: inizio ai 3-4 anni fino agli 8 anni (molti attacchi) con risoluzione ai 10-15 anni.

Clinica: Non vi sono segni premonitori. Spesso appare durante il gioco del bambino, in forma di malessere accompagnato da un arresto motorio (il bambino si blocca nel gioco in genere per alcuni minuti, talvolta di più).

Sintomi associati talvolta presenti: nausea, vomito, pallore, sudorazione, intolleranza a suoni, luci, odori. Possibili sbandamenti di vario tipo.

Assenza di sintomi uditivi (sordità, acufeni). Assenza di segni vestibolari di scompenso. Assenza di sintomi neurologici. Non turbe della coscienza. Non dipendenza evidente da posizione o movimenti

Possibili eventuali fattori scatenanti (generali, aspecifici):

Stanchezza, Alterazioni del sonno, Irregolarità nell’alimentazione, Disturbi alimentari, Stress.

Oggi sappiamo che sarà possibile una successiva “Evoluzione in emicrania” specie nelle bambine ed in età adolescenziale. E’ presente una Familiarità per emicrania e kinetosi, specie materna.

CORRELAZIONE TRA VERTIGINE PAROSSISTICA INFANTILE ED EMICRANIA

Elevata prevalenza di familiarità.

Elevata presenza di sintomi correlati all’emicrania (sindrome periodica, kinetosi).

Analoghi fattori scatenati di tipo aspecifico (stress, deprivazione di sonno).

Test di provocazione emicranica positivi con comparsa di emicrania e vertigini.

Associazione e Familiarità per emicrania e disturbo vertiginoso nel 40-80% dei casi.

Questa sindrome vertiginosa è considerata un equivalente emicranico precoce, potendosi risolvere in adolescenza oppure evolvere verso una forma di emicrania.

PREVENZIONE – TERAPIA

Eliminazione dei fattori scatenanti, Correzione del sonno, Riduzione dello stress, Correzione di eventuali problemi oftalmologici, amplificazione delle attività di Gioco, Mantenimento di una Attività motoria varia, Rieducazione al movimento.

Nella nostra esperienza raramente si è giunti alla adozione di farmaci e in tali casi solo per casi dubbi su precisa indicazione degli specialisti neuropsichiatri infantili.

Esaminiamo ora un’altra entità di sindrome vertiginosa nel Bambino:

LA VERTIGINE POSIZIONALE DEL BAMBINO

E’ molto meno frequente che negli adulti. Il Bambino presenta crisi vertiginose acute, violente, scatenate da diversi posizionamenti della testa, di breve durata.

La risoluzione dell’episodio vertiginoso è in genere altrettanto breve e completa.

Una volta escluse altre cause e confermata la diagnosi, è’ prevista una terapia di rieducazione vestibolare.

In conclusione:

Qualora abbiate notato questi fenomeni nei Vostri bambini in età infantile, oppure siate in presenza di un adolescente con una forma emicranica e con una pregressa diagnosi di sindrome vertiginosa o con un pregresso “blocco motorio-posturale”, potete rivolgervi al nostro studio per chiarimenti, eventuali indicazioni e consulto specialistico.

Dott. Oscar Bernardi – Audiologo e Psicoterapeuta

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