Strategie, approcci e nuove prospettive terapeutiche per la riduzione degli acufeni nell’età avanzata
Gli acufeni, noti anche come tinniti, sono suoni percepiti nell’orecchio o nella testa in assenza di una fonte sonora esterna.
Spesso descritti come fischi, ronzii, sibili, battiti o fruscii, gli acufeni possono essere transitori o cronici, e rappresentano un disturbo uditivo estremamente diffuso, soprattutto nelle fasce di età più avanzate.
Per alcuni si tratta di un fastidio occasionale e gestibile, ma per altri può diventare un disturbo debilitante, interferendo con il sonno, la concentrazione, le relazioni sociali e il benessere psicologico.
Perché gli acufeni sono così comuni negli anziani?
Con l’età, l’orecchio subisce un processo fisiologico di invecchiamento noto come presbiacusia, che comporta una progressiva perdita dell’udito, specialmente nelle frequenze più alte.
Secondo una teoria, l’acufene si presenta come conseguenza della perdita uditiva, poiché il cervello tende a “compensare” i segnali mancanti generando suoni interni.
Oltre all’età, esistono altri fattori che contribuiscono:
– Danni da esposizione al rumore (lavori rumorosi, musica alta, ambienti industriali)
– Problemi vascolari (ipertensione, arteriosclerosi)
– Effetti collaterali di farmaci ototossici (antibiotici, antinfiammatori, antidepressivi, diuretici)
– Stress e ansia
– Disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM) o tensione muscolare cervicale
– Malattie metaboliche (diabete, disturbi tiroidei)
È quindi evidente che l’acufene è un disturbo multifattoriale e richiede un approccio diagnostico e terapeutico integrato.
Strategie per la riduzione degli acufeni
1. Apparecchi acustici e dispositivi elettronici
Negli individui con perdita uditiva, gli apparecchi acustici digitali possono essere una soluzione efficace, amplificando i suoni ambientali e riducendo la percezione dell’acufene. Alcuni includono funzionalità di sound therapy (suoni rilassanti, rumori bianchi).
2. Terapia del suono (Sound Therapy)
Utilizza suoni naturali o rumori bianchi per allenare il cervello a ignorare l’acufene. Sono disponibili app, dispositivi e piattaforme online per personalizzare questa terapia.
3. Psicoterapia
Quando l’acufene genera forte impatto emotivo, l’intervento di uno psicoterapeuta può aiutare a ridurre l’ansia e migliorare la gestione del sintomo, attraverso tecniche come la terapia cognitivo-comportamentale (CBT).
4. Mindfulness e tecniche di rilassamento
Meditazione, training autogeno, yoga e respirazione diaframmatica sono utili per ridurre lo stress e, indirettamente, anche la percezione dell’acufene.
5. Revisione della terapia farmacologica
Molti farmaci possono peggiorare gli acufeni. Una valutazione periodica dei farmaci da parte del medico può identificare alternative più tollerabili.
6. Controllo dei fattori di rischio vascolari e metabolici
Patologie come ipertensione, diabete o disfunzioni tiroidee possono aggravare i disturbi uditivi. Una buona gestione clinica può migliorare i sintomi dell’acufene.
Nuove prospettive terapeutiche
La ricerca ha aperto nuove vie per il trattamento dell’acufene:
– Neuromodulazione: tDCS e rTMS per agire sulle aree cerebrali coinvolte
– Farmaci neuroprotettivi e antinfiammatori
– Terapie con Intelligenza Artificiale, personalizzate sul profilo del paziente
– Dispositivi wearable per il monitoraggio in tempo reale
Sebbene ancora in fase sperimentale, queste tecnologie offrono speranza per trattamenti sempre più efficaci e personalizzati.